Esistono
due sfere su cui applichiamo l’attività del controllo, una ha a che fare con
ciò che ci circonda e cioè l’ambiente circostante, l’altro riguarda noi stessi
e quello che possiamo dire o fare di giusto o non giusto…
Quando
però il controllo arriva a limitare sempre più l’espressione di ciò che siamo e
delle emozioni che sentiamo dentro di noi, allora stiamo creando i presupposti
per una situazione di malessere e di disagio psicologico. In particolare
possono manifestarsi episodi legati ad ansia eccessiva, ad attacchi di panico e
a somatizzazioni. Poco servono gli eccessivi sforzi di controllo per tenere
tutto al riparo dalle tempeste emotive, il disagio trova comunque il suo canale
di espressione…
Il
bisogno di controllo si può esprimere all’interno delle proprie abitudini di
vita, manifestandosi con la necessità di mantenere puliti ed in ordine i propri
spazi e non ammettendo che ci sia qualcosa di “fuori posto” o di imprevisto;
l’imprevedibilità degli eventi è vissuta con timore ed è un elemento fortemente
destabilizzante. Nei casi più complicati questo disturbo si traduce in disturbo ossessivo compulsivo e si manifesta
con gravi paure di contaminazione.
Oppure
il controllo si può esprimere rispetto al proprio comportamento sottoponendosi
ad una ferrea autodisciplina ed assumendo una logica razionale in
contrapposizione a quella emotiva.
L’origine
di questa modalità controllante è l’infanzia e diverse possono essere le
vicissitudini della storia personale che possono portare ad assumere tale
atteggiamento iper-controllante.
Allentare
il controllo significa abbandonare l’illusione del controllo e quindi accettare
la coesistenza di dimensioni (razionale ed emotiva) non opposte ma
complementari.
In
questo senso l’ultimo film della Pixar “Inside Out” ci insegna a non bistrattare troppo le emozioni
ma a prenderne consapevolezza per poter accedere ai nostri bisogni più profondi
ed acquisire una maggiore consapevolezza della nostra complessità, fragilità ed
incompletezza… Le emozioni, anche quelle negative, vengono presentate nel film
come importanti strumenti che guidano le
nostre azioni e comportamenti. Ogni emozione ha la sua funzione così come
Tristezza è il motore che muove la piccola protagonista del film Riley ed i
suoi genitori ad un cambiamento. L’esistere della sofferenza ha uno scopo
evolutivo nell’essere umano, ed è solo includendola ed integrandola che essa si
scioglie come neve al sole.
Per
raggiungere questo difficile equilibrio tra razionalità ed emozione e superare
una posizione iper-controllante può essere utile rivolgersi ad una consulenza
psicologica per poter rivedere e rielaborare il proprio stile di vita con un
approccio di maggiore apertura ed inclusività.