A questo proposito è molto interessante la risposta di Umberto
Galimberti ad una lettera scritta da una collega psicoterapeuta in merito al narcisismo,
in particolare quando in gioco entra il legame e la relazione amorosa. La
riflessione si basa su una casistica, molto frequente in terapia, di donne che
per amore di un uomo arrivano ad umiliarsi e a massacrarsi, pur di garantirsi
uno spazio accanto all’amato. Il gioco, del tutto femminile, che si attiva in
questo tipo di relazione è quello del: “io ti cambierò”, trascurando il fatto
che l’amore funziona quando, anziché pretendere di cambiare l’altro, ci diamo
la possibilità, attraverso l’altro, di cambiare noi stessi.
Nel mito di Narciso, un giovane bellissimo circondato
dall’amore e dall’ammirazione di tutti, è la ninfa Eco ad innamorarsene e a
struggersi di dolore per il rifiuto dell’amato.
Secondo Galimberti, questo è il destino delle donne che amano
i narcisisti “spinte dalla persuasione,
del tutto femminile, di poter cambiare col tempo e con le loro premure gli
uomini che amano”.
Lo spirito di sacrificio e la rinuncia portano molte donne a cambiare
sé stesse, a volte anche rinunciando a parti di sé, pur di ottenere attenzioni ed amore. Sono
donne spesso intelligenti ed affascinanti, che sono disposte a stravolgere la
loro vita per un partner “vampiro” che
si nutre dell’amore della compagna per nutrire il proprio sé grandioso. Quando
una relazione tra un uomo ed una donna assume queste caratteristiche diventa “patologica” e l’amore diventa sofferenza e
disperazione. Cosa spinge una donna a tutto questo?
“Questa convinzione,
che penso abbia le sue radici nello sfondo di onnipotenza presente in ogni
donna – forse derivato dal fatto che, in quanto generatrice, la donna ha il
potere di vita e di morte – è tipico non solo di colei che ama i narcisisti,
sopportando ogni sorta di frustrazione e delusione, ma anche di chi ama i
violenti, subendo ogni sorta di brutalità, maltrattamento, abuso,
soppraffazione, come ogni giorno le cronache ci riferiscono”.
“E allora è bene che le
donne ricordino che possono generare bambini, ma non ri-generare gli adulti,
ormai solidificati e direi pietrificati nella loro identità”.
E’ importante riflettere su quante volte cerchiamo negli
altri il nostro valore, per esempio in un partner che ci respinge a da cui
aspettiamo impazientemente riconoscimento, anziché dentro di noi e in quello
che siamo.