La depressione maggiore

Secondo l’Istituto superiore della sanità gli italiani che riferiscono sintomi di depressione sono il 7% della popolazione. Negli USA,  un americano su dieci è sotto terapia farmacologica antidepressiva.  L’Organizzazione mondiale della sanità aveva calcolato che nel 2020 la depressione sarebbe stata la più diffusa tra le malattie mentali, e, la seconda, dopo le patologie cardiovascolari. Questo dato tuttavia è da correggere e da anticipare al 2018!
Si definisce episodio depressivo maggiore un periodo circoscritto durante il quale l’umore è persistentemente depresso rispetto al tono dell’umore che il soggetto ha abitualmente. Oltre all’abbassamento del tono dell’umore anche alcune funzioni somatiche vengono compromesse (perdita dell’appetito, del peso, disregolazione del ritmo sonno-veglia e calo della libido).  In alcuni casi si presenta anche una crescente irritabilità (negli adolescenti o nei soggetti  che presentano una disposizione temperamentale di questo tipo). Ulteriore sintomo è l’anedonia e cioè l’incapacità di provare piacere e gioia in qualunque situazione o comunque in circostanze precedentemente considerate piacevoli. Anche l’ansia è un sintomo frequente nel disturbo depressivo ma non è fondamentale per la diagnosi di depressione maggiore. Spesso  domina un quadro di tipo inibito, ed è presente un generale intorpedimento e rallentamento di tutte le esperienze emotive ed un  deficit delle attività  cognitive legate al pensiero.
Nella terapia dell’episodio depressivo è importante svolgere un percorso psicoterapeutico in modo che la persona possa trovare uno spazio in cui poter essere ascoltato  e supportato psicologicamente. Nei casi specifici, quando il disturbo è persistente ed invalidante, il ricorso farmacologico in combinazione con la psicoterapia diventa necessario.