Lo psicologo Paul Bohannan (1973) è
stato uno dei primi studiosi che ha considerato il divorzio e la separazione nella
loro complessità psicologica e sociale.
Egli ha identificato sei “gradi”, o
dimensioni, del divorzio: emozionale, legale, economico, comunitario, genitoriale,
psicologico. Una coppia, al momento della separazione, può avere problemi su
tutti questi aspetti o solo su alcuni.
Il divorzio emozionale può
avvenire molto prima che la coppia si separi fisicamente o, al contrario, può
rimanere a lungo incompiuto anche successivamente alla sentenza di divorzio. Il
matrimonio è un patto che avviene a due livelli: quello ufficiale della
dichiarazione di impegno e quello emotivo, intimo del “patto segreto”. E’ quest’ultimo
che è più difficile da interrompere poiché in esso si custodiscono le attese, i
sogni, i progetti di una vita insieme. Spesso si verificano situazioni in cui nonostante
a livello ufficiale si sia sciolto il patto, non altrettanto si riesce a fare a
livello emotivo. Si determina così una situazione ambigua che coinvolge non
solo gli ex coniugi ma anche i figli, i nuovi partner, i parenti e gli amici.
Il divorzio legale è lo
scioglimento giudiziale del vincolo coniugale quando la comunione spirituale e
materiale dei coniugi è diventata impossibile. Sarà meno traumatico se avviene
dopo che è stato elaborato quello emozionale e materiale.
Il divorzio economico provoca,
soprattutto nell’attuale contesto sociale, difficoltà finanziarie, aumentandole ed aggravandole
quando già sono presenti.
Il divorzio comunitario prevede
la rottura o l’indebolimento di alcuni rapporti significativi con gli amici
comuni, con i parenti acquisiti e l’abbandono di uno dei due del luogo di residenza
e del vicinato. Uno dei compiti più delicati a chi si trova ad affrontare un
divorzio è la ricostruzione di una rete sociale di riferimento e di supporto
non solo per gli adulti ma anche per i bambini.
Il divorzio dovrebbe mettere fine
al matrimonio NON alla genitorialità.
In realtà molte coppie finiscono per
divorziare anche dai figli. Questo si verifica quando l’elevata conflittualità
o la scarsa partecipazione di uno dei due non consente ai genitori di
accordarsi sullo stile educativo, sulla disciplina, sulle scelte per i figli.
Il divorzio psicologico è
definito come “la separazione di sé dalla personalità e dall’influenza dell’ex
coniuge”. Si tratta di imparare a vivere senza l’altro affidandosi a sé stessi
come persone autonome ed indipendenti. Questa evoluzione risulta più pesante
quando il divorzio non è voluto ma subito. Generalmente, in colui che viene
lasciato prevale un senso di smarrimento e di paura; in colui che lascia invece un profondo
senso di colpa.
La separazione della coppia giunge positivamente al termine quando entrambi i coniugi hanno accettato la fine del rapporto e ne hanno compreso le cause e le dinamiche.