Il corpo e la mente non sono due mondi separati, ma sono due parti, in continua influenza reciproca, di un tutt’uno: l’uomo nella sua unità. Le malattie psiosomatiche sono quelle che più realizzano uno dei meccanismi difensivi più arcaici ovvero l’espressione diretta del disagio psichico attraverso il corpo. In queste malattie l'ansia, la sofferenza, l’emozione troppo dolorosa per poter essere vissuta e sentita, trovano una via di scarico immediata attraverso il corpo. Non sono presenti espressioni simboliche capaci di mentalizzare il disagio psicologico e le emozioni, pur essendo presenti, non vengono percepite.
In genere il paziente psicosomatico si presenta con un buon adattamento alla realtà, con un pensiero sempre ricco di fatti e di cose e povero in emozioni. Per meglio chiarire si tratta di una persona che difficilmente riferisce sentimenti quali rabbia, paura, delusione, scontentezza, insoddisfazione. Spesso si tratta di individui che hanno difficoltà a far venire alla luce emozioni correlate allo stato di disagio o di preoccupazione che stanno vivendo. Tutte le loro capacità difensive tendono a tener lontani contenuti psichici inaccettabili, a costo di distruggere il proprio corpo. In questo senso una persona, incapace di accedere al suo mondo emotivo, potrebbe non percepire rabbia, frustrazione o stress per una difficile condizione lavorativa e neppure immaginare una possibile connessione tra la sua ulcera e le emozioni o i vissuti relativi al suo lavoro. Anche se tali caratteristiche non sono sempre presenti in assoluto in quelli che presentano una patologia psicosomatica, sembra comunque permanga sempre in queste persone una parte dell'io che tende a funzionare in questo modo.