Per quale ragione negli ultimi trent’anni si assiste all’aumento dei casi di anoressia e di bulimia? Per quale motivo l’incidenza del fenomeno è soprattutto “femminile” ?
Sicuramente il contesto sociale di appartenenza e il mito della “magrezza” del mondo occidentale hanno favorito l’emergere di tali patologie e sono responsabili di un modello femminile rigido in cui predomina il culto del fisico e l’importanza del fitness.
La prevalenza di soggetti femminili con disturbi dell'alimentazione è dovuta ad una predisposizione biologica delle donne a resistere senza cibo. Dal punto di vista evoluzionistico, le donne hanno maggiore resistenza alla fame nei periodi di scarsità di cibo; ciò rappresenta una garanzia per la conservazione della specie.
Le donne sono inoltre soggette, più degli uomini, all’accumulo di grasso e di conseguenza subiscono maggiori frustrazioni da parte di una società che urla al culto della magrezza.
Infine lo sviluppo puberale femminile è sicuramente più complesso di quello maschile dal punto di vista delle funzioni ormonali e dei meccanismi psicologici che lo sottendono e può predisporre a disturbi psicologici di fronte a fattori di stress.
Tra i fattori psicologici sono di rilievo quelli legati alle inquietudini provocate dalle problematiche relative:
- l’autonomia;
- l’autostima;
- il successo;
- il controllo.
Questi elementi psicologici sono connessi al concetto di identità che diventa tema centrale quando si parla di disturbi dell’alimentazione. L’identità della giovane adolescente si costruisce all’interno di un’ampia cornice che include: il contesto sociale, le esperienze familiari, le predisposizioni biologiche e fattori accidentali dello sviluppo.
Generalmente, gli eventi che scatenano il meccanismo patologico delle diete sono proprio quelle stesse esperienze che mettono alla prova il senso di indipendenza e di valore dell’adolescente: le prime relazioni eterosessuali, la perdita di un’amicizia, la malattia, la morte o la separazione di un membro importante della famiglia.
Queste difficoltà evolutive “normali” producono nei soggetti che mancano di autonomia una crisi di autostima.
Le diete e la perdita di peso diventano per tali soggetti segnali di potere e di controllo e pertanto motivo di orgoglio e di superiorità sociale.